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Superintelligenza: il dream team AI di Zuckerberg è servito

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Meta ha acceso i motori di una rivoluzione: la creazione di una Superintelligenza. Con la nascita dei Meta Superintelligence Labs, Mark Zuckerberg ha radunato un vero dream team dell’intelligenza artificiale: 11 menti brillanti provenienti da OpenAI, DeepMind, Anthropic e Google. Il progetto è guidato da Alexandr Wang, fondatore di Scale AI, e Nat Friedman, ex CEO di GitHub. Insieme, stanno costruendo un sistema AI capace non solo di imparare, ma di pensare e prendere decisioni con un livello di astrazione superiore.

Questa squadra comprende figure come Shengjia Zhao, co-creatore di ChatGPT, Ji Lin, parte del team GPT-4.5, e Jack Rae, mente dietro Gemini 2.5. Non si tratta più di evoluzioni incrementali, ma di un piano strategico e geopolitico per diventare leader assoluti nella nuova era dell’intelligenza artificiale avanzata.

Meta parte con tre vantaggi chiave: infrastruttura proprietaria ottimizzata per AI, una base dati senza precedenti e una velocità di esecuzione che supera i concorrenti. I nuovi modelli LLaMA 4.1 e 4.2 si basano sulle interazioni degli utenti raccolte in tempo reale da WhatsApp, Facebook e Instagram, rendendo Meta una delle aziende meglio posizionate al mondo per sviluppare una Superintelligenza generalista e multimodale.

Ma ci sono rischi. L’ascesa della Superintelligenza potrebbe portare a una nuova disuguaglianza cognitiva: chi è connesso con l’AI resterà rilevante, chi resta fuori verrà dimenticato. Governi, aziende e intere nazioni potrebbero affidare sempre più compiti decisionali alle macchine, riducendo progressivamente l’intervento umano.

Secondo le previsioni di Everen, entro 4 anni vedremo il primo microstato o ambiente chiuso dove una AI regolerà welfare, trasporti, giustizia e sanità. Sarà un test. E se funzionerà, verrà replicato. Il futuro della società non sarà più definito da partiti politici, ma da architetture algoritmiche.

Ed ora?
Cosa puoi fare per te e per chi conosci

Lo confesso: ogni tanto sento il bisogno di fermarmi, guardare in alto e domandarmi se il futuro che avevo previsto non stia correndo persino più veloce delle mie visioni. Poi leggo una notizia come questa, e capisco che siamo esattamente dove dovevamo arrivare. Mark Zuckerberg ha appena acceso i motori di quella che potrebbe essere la prima vera corsa alla superintelligenza globale. Non un aggiornamento. Non un’evoluzione. Ma un balzo. E il team che ha messo insieme? Un dream team da Champions League dell’intelligenza artificiale, pronto a cambiare per sempre il nostro rapporto con le macchine pensanti.

💡 La nascita dei Meta Superintelligence Labs (MSL)

È tutto ufficiale. Meta ha creato una nuova divisione, i Meta Superintelligence Labs (MSL), con l’obiettivo dichiarato di costruire modelli di AI avanzata che spingano i limiti della cognizione artificiale oltre l’umano. Non si parla più di chatbot intelligenti o assistenti virtuali. Zuckerberg usa una parola precisa: superintelligenza. Una soglia oltre la quale le macchine non imparano solo da noi, ma iniziano a sviluppare processi creativi e logici propri, su scala maggiore, più veloce, più precisa. Se tutto questo ti ricorda l’AGI, l’ASI o la singularity, non è un caso. Ma qui non si parla di teoria: si parla di un piano operativo, soldi investiti, e soprattutto… persone. Le menti migliori.

👥 Alexandr Wang e Nat Friedman: i due generali

Chi guida questa rivoluzione? Da una parte Alexandr Wang, fondatore di Scale AI, nominato Chief AI Officer di Meta. Parliamo di uno dei cervelli più promettenti e operativi della sua generazione. Wang è stato tra i principali fornitori di dati e training set per OpenAI, Google e Amazon. L’uomo che ha nutrito gli LLM. E ora guida un team che mira a crearne di nuovi, ancora più potenti.

Al suo fianco, Nat Friedman, ex CEO di GitHub, investitore visionario e già consigliere interno di Meta. Friedman è il volto meno mediatico ma strategicamente decisivo. Capisce i prodotti, i modelli di business, e sa trasformare le scoperte in impatti concreti. Insieme, formano la mente sinistra e destra del nuovo cervello di Meta. Due leader che si completano. Due generali perfetti per la battaglia dell’algoritmo assoluto.

🚀 I Magnifici 11: chi sono i nuovi arrivati

Ma è la squadra che lascia davvero senza fiato. Undici nomi. Undici stelle dell’AI che arrivano da OpenAI, DeepMind, Anthropic e Google. Ognuno di loro ha già scritto un pezzo della storia dell’AI moderna. Ora si preparano a riscriverla insieme. Ecco chi sono.

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Non stiamo parlando di semplici assunzioni. Questi sono i Messi, i Federer, i Jobs dell’intelligenza artificiale. Uniti per un solo obiettivo: la creazione di un’intelligenza più intelligente di tutte le intelligenze. E la chiamano Superintelligenza.

🏗️ Meta, infrastruttura e utenti: il vantaggio nascosto

Perché proprio Meta? Molti si chiedono se Zuckerberg stia rincorrendo. Ma la verità è che Meta ha tre vantaggi enormi che pochissimi altri hanno:

Questi vantaggi non sono fuffa. Sono strategici. E se combinati con i cervelli giusti, possono davvero mettere Meta in corsa verso la leadership. Anzi, secondo me ci sono già dentro con tutte e due le scarpe.

💰 Investimenti e nuove alleanze

Il progetto non parte a caso. Meta ha già investito 14,3 miliardi di dollari in Scale AI. Sta trattando con Perplexity AI, Runway AI, PlayAI. E intanto continua lo sviluppo interno dei suoi LLaMA 4.1 e 4.2, modelli linguistici che si aggiornano usando le interazioni degli utenti con Meta AI integrato nelle piattaforme. Un vantaggio che pochissimi altri hanno: dati freschi, ogni giorno, da miliardi di click.

Il piano di Meta è chiarissimo: centralizzare i migliori cervelli, l’hardware, i dati, le risorse e l’autonomia operativa. E trasformare tutto questo in un’unica creatura: una Superintelligenza in grado di rispondere, pianificare, imparare e… magari un giorno anche capire. È questo il vero salto: non solo creare modelli che parlano, ma che pensano. Non imitazione. Ma intuizione.

Nel prossimo box andremo dritti alla parte più potente: le previsioni, i veri rischi, le opportunità geopolitiche e le implicazioni sociali della corsa alla Superintelligenza. E ti prometto: nessuno l’ha raccontata come lo faremo noi.

🔮 La corsa alla Superintelligenza: non è più una gara, è una guerra

Quando si parla di superintelligenza, spesso ci si perde in astrazioni, citazioni da Kurzweil, o teorie sull’eventuale comparsa di una ASI (Artificial Superintelligence) che ci dominerà. Ma quello che sta succedendo ora è diverso. È reale. È geopolitico. È una corsa inarrestabile tra blocchi di potere che usano le intelligenze artificiali come una volta si usavano le testate nucleari: per detenere dominio, influenza, controllo.

Meta non è sola. OpenAI lavora a GPT-5 e oltre. DeepMind spinge su Gemini 3. Anthropic su Claude 3. Google scommette sulla combinazione tra search engine e reasoning. Ma Meta ha fatto qualcosa che gli altri non hanno ancora osato: riunire l’élite del settore in una sola task force. È come se nel mondo del calcio si fossero uniti Messi, Ronaldo, Zidane, Pelé e Maradona, tutti nel pieno della loro carriera. E ora stanno costruendo la squadra per battere chiunque altro. Con un budget da impero e una community da 4 miliardi di persone già collegata.

⚠️ I rischi non raccontati

Ma attenzione. Perché ogni volta che l’umanità crea un potere così grande, le conseguenze possono sfuggire. Se oggi possiamo addestrare un modello su miliardi di dati e affidargli il compito di “ottimizzare” interi flussi sociali o economici, chi garantisce che i suoi criteri saranno allineati ai nostri valori umani?

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È qui che entra la grande domanda: chi controlla la superintelligenza? Chi decide come verrà formata, quali bias evitare, quale direzione etica imprimere? Zuckerberg può parlare di “guidare l’umanità”, ma in realtà sarà una delle tante fazioni a tirare la coperta da una parte. E quando i modelli inizieranno a influenzare il pensiero pubblico, la medicina, la giustizia, la politica… quella coperta diventerà un campo di battaglia.

Lo stesso accade in Cina, dove il governo sostiene le AGI nazionali come strumento di potere globale. In Europa? Regolamentazioni. Ritardi. Paure. Come raccontato in questo articolo sui limiti europei, rischiamo di giocare da spettatori in una partita dove le regole sono già decise altrove.

🧭 Previsioni da Everen: cosa accadrà davvero

Da 35 anni osservo, studio e anticipo. E te lo dico chiaro: entro 4 anni vedremo il primo modello di superintelligenza applicata all’organizzazione di società reali. Sarà in un microstato, o in un ambiente digitale chiuso. Ma lì, per la prima volta, un’AI deciderà su giustizia, distribuzione delle risorse, medicina e trasporti. E lo farà meglio di qualsiasi umano.

All’inizio sembrerà un esperimento. Ma poi, come sempre, sarà emulato. Perché nessuno vuole restare indietro. Le aziende cercheranno AI che gestiscono HR, welfare, sicurezza. I governi inizieranno ad affidarsi a modelli per predire instabilità sociali, pandemie, crisi energetiche. E qualcuno, in silenzio, inizierà a chiedere: “e se lasciassimo decidere sempre a loro?”

Non è fantascienza. È il futuro tracciato dalle menti di oggi. E mentre il mondo si interroga, la squadra di Zuckerberg già costruisce. In silenzio. Con calma. Ma senza freni.

🌐 Impatti sociali e culturali: chi sarà lasciato indietro?

La Superintelligenza non sarà per tutti. E qui viene il problema. I Paesi più lenti, le comunità meno connesse, gli utenti non formati… saranno tagliati fuori. Perderanno il diritto alla comprensione, alla scelta, alla partecipazione. Una nuova élite cognitiva sarà definita non più dal denaro, ma dal grado di simbiosi con le macchine. Chi saprà collaborare con loro, resterà rilevante. Gli altri saranno come chi, all’alba di Internet, non sapeva usare il mouse.

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FuturVibe nasce anche per questo. Per preparare chi vuole restare dentro la Storia. Per offrire visione, strumenti, esempi. E per costruire — giorno dopo giorno — una comunità che non subirà la superintelligenza, ma la affronterà a viso aperto. Con spirito critico, mente aperta, e… un pizzico di follia visionaria.

🔗 Collegamenti chiave all’ecosistema Meta AI

Non dimentichiamo che tutto questo si innesta su LLaMA 4, 4.1 e i futuri modelli 4.2, già integrati su Instagram, Facebook, WhatsApp, Ray-Ban smart glasses e nuovi device. Questo significa che il mondo intero sta già contribuendo — in tempo reale — al training della futura Superintelligenza. Ogni messaggio, ogni like, ogni comando vocale: tutto entra in quella mente. In quella direzione. In quell’ambizione.

Mark lo sa. Ecco perché ha scritto nel suo memo: “Meta è nella posizione ideale per offrire superintelligenza al mondo”. Sa di avere l’hardware, i dati, i software, i soldi, e ora anche il Dream Team. Non gli manca nulla. A noi manca solo il tempo per prepararci.

📣 Le fonti

Questo articolo è stato elaborato incrociando le seguenti fonti autorevoli:

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