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Supercomputer FugakuNEXT: rivoluzione zetta e AI, la sfida del Giappone

supercomputer FugakuNEXT

Il supercomputer FugakuNEXT rappresenta una svolta epocale per il Giappone e per il futuro della scienza mondiale. In questo viaggio ti accompagno dietro le quinte del progetto che promette di cambiare la società, la ricerca, la medicina e la nostra vita quotidiana.

Il Giappone ha investito quasi 700 milioni di euro nella creazione di una macchina zetta, capace di una potenza mille volte superiore ai sistemi attuali. Questa scelta non nasce dal caso, ma da una visione: diventare il punto di riferimento globale per il calcolo, la simulazione, e soprattutto l’integrazione tra intelligenza artificiale e scienza.

Un’eredità che guarda al futuro

FugakuNEXT è il successore di Fugaku, il supercomputer che nel 2020 aveva già cambiato le regole del gioco durante la pandemia, aiutando a simulare scenari, ottimizzare risposte sanitarie e accelerare la ricerca sui vaccini. Ora, però, la posta in gioco è ancora più alta.

La rivoluzione “zetta”

Il cuore del nuovo sistema saranno i processori FUJITSU-MONAKA3 e MONAKA-X, capaci di offrire potenza e sostenibilità, grazie a un’architettura ibrida che integra CPU, GPU e acceleratori specializzati. La vera novità è la capacità di FugakuNEXT di diventare il laboratorio vivente della scienza, in cui l’AI non solo calcola, ma formula ipotesi, simula e suggerisce soluzioni inedite.

AI for Science: il nuovo paradigma

Il concetto di “AI for Science” significa che la macchina non è più solo uno strumento, ma un vero partner dello scienziato. In pratica, FugakuNEXT permetterà di anticipare epidemie, simulare il clima, scoprire nuovi materiali e persino rendere accessibile la medicina personalizzata su larga scala.

Questa evoluzione riguarda ognuno di noi: i dati, la simulazione e la previsione diventeranno la base della società del futuro, migliorando la qualità della vita, prevenendo crisi e democratizzando la conoscenza.

Geopolitica e collaborazioni globali

La corsa ai supercomputer è una sfida geopolitica tra Giappone, USA e Cina, ma FugakuNEXT si distingue per la sua vocazione aperta, collaborativa e sostenibile. L’obiettivo non è solo il primato tecnico, ma la capacità di creare valore per tutti, promuovendo una governance etica e responsabile.

Il futuro è già qui (e ti chiama)

Immagina una società in cui la tecnologia ti protegge, ti previene problemi, migliora la salute e la sicurezza di tutti. Questo non è solo il sogno degli scienziati, ma il prossimo scenario quotidiano.

Il Giappone ci mostra che ogni salto tecnologico va guidato da responsabilità, cultura e attenzione all’impatto sociale. E ora, per fare davvero la differenza, serve una community attiva e partecipe.

Ed ora?

Cosa puoi fare per te e per chi conosci

Non so voi, ma ogni volta che il Giappone annuncia un nuovo supercomputer, mi scatta qualcosa dentro. È come sentire un battito del futuro, uno di quelli che fanno tremare la terra sotto i piedi degli scettici e risvegliano i disillusi. Oggi vi porto con me in un viaggio che attraversa i confini della potenza di calcolo umana. Vi racconto di FugakuNEXT, il supercomputer che promette di essere mille volte più potente di tutto ciò che abbiamo visto finora. Ma non sarà solo una questione di numeri: questa è la storia di come l’innovazione, quando diventa visione collettiva, può cambiare davvero il nostro rapporto con la scienza, l’intelligenza artificiale e – lasciatemelo dire – con il nostro futuro più autentico.

Un nuovo inizio: la genesi di FugakuNEXT

C’è qualcosa di profondamente giapponese nel modo in cui nasce FugakuNEXT: metodo, visione collettiva, una sorta di rispetto ancestrale per il progresso che non dimentica mai l’essere umano al centro. Tutto parte da un accordo siglato tra Fujitsu e RIKEN, un patto che mette insieme il meglio della tecnologia nipponica e la volontà di proiettare il Paese del Sol Levante in una nuova era. La cifra? Un investimento di oltre 690 milioni di euro. E il messaggio al mondo è chiaro: non ci stiamo solo aggiornando, stiamo riscrivendo le regole del gioco.

Quando nel 2020 il “vecchio” Fugaku debuttò, ci sembrava già di vivere un’epoca da romanzo cyberpunk. Con i suoi 442 petaFLOPS, Fugaku ha scalato la classifica Top500, superando rivali americani, cinesi ed europei. Eppure, appena due anni dopo, in Giappone già si pensava oltre: perché la fame di futuro qui non conosce pause. Ecco allora l’idea di una piattaforma “zetta-class”, ovvero capace di raggiungere l’inimmaginabile soglia del zettaFLOP – un uno seguito da ventuno zeri. È la stessa differenza che c’è tra una mongolfiera e un razzo interplanetario.

Questo nuovo progetto, FugakuNEXT, non è solo un’evoluzione tecnica. È una dichiarazione d’intenti: vogliamo che il Giappone non sia spettatore, ma protagonista della rivoluzione AI, della scienza dei dati, delle nuove frontiere del calcolo. Ho imparato che dietro questi salti tecnologici non c’è solo ingegneria: c’è cultura, orgoglio, desiderio di non lasciare il proprio destino in mano d’altri. Un Paese che ha vissuto catastrofi, rinascite, rivoluzioni silenziose, sa che solo chi rischia davvero può fare la differenza.

Perché puntare a un supercomputer zetta-class?

E qui, permettetemi, vado dritto: a cosa serve davvero rincorrere la potenza estrema? Ho passato decenni a sentire gente dire “non ci serve tutta questa potenza”, “sono solo gare di muscoli digitali”. Ma ogni volta, la storia ha

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dimostrato che il limite tecnologico di ieri è il punto di partenza di domani. Il Giappone lo sa bene. Dietro FugakuNEXT c’è una visione lucida: costruire una piattaforma non per battere un record, ma per rispondere a una domanda molto più grande. Siamo pronti, come specie, a risolvere problemi che oggi ci sembrano insormontabili?

Pensateci: in un mondo in cui l’AI sta diventando sempre più creativa, intuitiva, persino emotiva, la capacità di “allenare” questi cervelli artificiali richiede potenze di calcolo mai viste. La pandemia di COVID-19 ce lo ha mostrato con brutalità: chi aveva accesso ai migliori supercomputer era in

grado di simulare la diffusione del virus, predire mutazioni, testare terapie in digitale prima che in laboratorio. Ma quello era solo l’inizio. Ora ci aspettano sfide ancora più epocali: il clima, la bioingegneria, la fisica quantistica applicata alla realtà di tutti i giorni. E se vogliamo una chance concreta, serve un salto quantico nella potenza computazionale.

Architettura, cuore e anima di FugakuNEXT

Ma veniamo al “come”. Il cuore di FugakuNEXT sarà un processore di nuova generazione, il FUJITSU-MONAKA3 e la sua evoluzione MONAKA-X, che promettono una rivoluzione non solo in termini di velocità ma anche di efficienza energetica. Si parla di tecnologie a 2 nanometri, packaging 3D, sistemi di raffreddamento avanzatissimi e circuiti ultra-low-voltage. Da geek quale sono, vi confesso che certe notizie mi fanno venire la pelle d’oca: qui non si tratta più solo di CPU, ma di integrare processori classici, GPU ultra-performanti e nuovi acceleratori dedicati all’intelligenza artificiale. Tutto, naturalmente, con una flessibilità architetturale che consente di cambiare marcia al volo tra simulazioni scientifiche, addestramento di AI e analisi dati in tempo reale.

E sapete qual è la cosa più interessante? Questa architettura versatile non è pensata solo per i laboratori o i centri di ricerca d’élite. Il sogno, dichiarato apertamente dai progettisti, è mettere questa potenza al servizio di tutta la società: medicina, industria, ambiente, educazione. Il futuro sarà più giusto solo se la potenza del digitale saprà essere distribuita, e non concentrata in poche mani. Una visione che mi trova totalmente d’accordo.

Il nuovo paradigma: AI for Science

Parliamoci chiaro: l’era delle simulazioni tradizionali è finita. Oggi il vero salto di qualità lo fa chi sa integrare l’intelligenza artificiale nei modelli scientifici. FugakuNEXT nasce per questo: creare una piattaforma dove la scienza classica e la potenza delle AI collaborano ogni secondo. Non parliamo solo di fare i calcoli più velocemente, ma di affrontare problemi così complessi che senza AI non li capiremo mai del tutto.

Vi faccio un esempio: simulare il comportamento di una singola proteina, in un dato contesto biologico, richiedeva settimane su supercomputer di

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generazione precedente. Ora, con FugakuNEXT, sarà possibile integrare in tempo reale i dati sperimentali, correggere i modelli grazie all’AI, e generare risposte in ore, non in mesi. Questo vale per tutto: dallo studio del clima globale, alla ricerca sui materiali avanzati, fino alla lotta alle pandemie e ai cambiamenti ambientali. È la scienza che diventa “viva”, capace di imparare da sé, adattarsi, suggerire strade nuove prima ancora che la mente umana riesca a immaginarle.

Competizione globale: chi sfida davvero FugakuNEXT?

La corsa ai supercomputer non è solo una questione di bandiere. È il termometro di una nuova geopolitica dell’innovazione, dove il vero potere è nelle mani di chi sa combinare hardware, software e visione sociale. Oggi il leader mondiale è il Frontier statunitense, con oltre 1 exaFLOP, ma il progetto FugakuNEXT punta a una potenza mille volte superiore – una soglia che nessuno ha mai nemmeno sfiorato.

Dietro questa corsa, ci sono enormi questioni di sovranità digitale: chi controlla la tecnologia, chi la sviluppa in casa propria, chi riesce a formare le nuove generazioni di scienziati e ingegneri. Il Giappone, con questo investimento e questa visione, non solo cerca di raggiungere la vetta tecnica, ma anche di garantirsi una posizione di autonomia strategica in un mondo sempre più dominato dalle AI e dalle big company americane e cinesi. E questa – lasciatemelo dire – è una battaglia che riguarda tutti noi, non solo chi si occupa di scienza.

Applicazioni: dalla pandemia al futuro della medicina

Se penso alle vere rivoluzioni, spesso partono da bisogni concreti. Il “vecchio” Fugaku ha dato prova del suo valore durante la pandemia, simulando la diffusione di agenti patogeni, predicendo scenari per le politiche pubbliche, ottimizzando strategie sanitarie e logistiche. Ma FugakuNEXT mira molto

più in alto: il suo compito sarà quello di generare nuovi scenari per la medicina personalizzata, progettare farmaci e vaccini su misura in poche ore, mappare l’interazione tra geni, ambiente e stili di vita su scala planetaria.

E non è solo una questione sanitaria: con la sua potenza, questo supercomputer potrà simulare l’impatto dei cambiamenti climatici, prevedere tempeste e disastri ambientali con una precisione mai vista prima, progettare città resilienti e sostenibili. Vi rendete conto di cosa significhi? Immaginate se, dieci anni fa, avessimo avuto questa capacità di simulazione: quanti danni, quanti errori, quante vite avremmo potuto salvare!

Un viaggio mentale: e se FugakuNEXT fosse già tra noi?

Chiudo questa prima parte del viaggio con una domanda che mi pongo spesso, e che rivolgo anche a voi: cosa cambierebbe nelle nostre vite se FugakuNEXT fosse già operativo oggi? Immaginate di poter prevedere in tempo reale l’evoluzione di una

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crisi sanitaria, ottimizzare i consumi di una città intera, scoprire materiali rivoluzionari che rendono la nostra vita più sicura e sostenibile. Chiudete gli occhi, per un attimo. Sentite cosa vi arriva dentro: paura, stupore, entusiasmo, forse persino un pizzico di diffidenza. Tutte emozioni legittime. Ma se c’è una cosa che ho imparato in 35 anni di previsioni, è che il futuro arriva sempre più in fretta di quanto pensiamo. E spesso porta con sé possibilità che nemmeno osavamo sognare.


Le sfide di FugakuNEXT: sostenibilità e umanità

Parlare di FugakuNEXT significa anche affrontare una delle domande più cruciali del nostro tempo: come può una tecnologia così potente essere sostenibile, inclusiva e davvero “umana”? La questione energetica non è più un dettaglio: la ricerca giapponese punta su chip innovativi, a 2 nanometri, con consumi contenuti e sistemi di raffreddamento che fanno scuola a livello mondiale. Ma la vera sfida è un’altra: progettare algoritmi, infrastrutture e servizi che non creino nuove disuguaglianze, ma che distribuiscano valore e conoscenza. In fondo, un supercomputer non cambia nulla se resta confinato tra le mura di un laboratorio. È quando i suoi risultati scendono nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende e nelle case di tutti che il cambiamento diventa reale.

E qui, lasciatemelo dire, entra in gioco anche una certa visione “sociale” del digitale. Il Giappone è consapevole dei rischi: sa che la corsa alla potenza può trasformarsi in una nuova bolla speculativa, dove vince solo chi ha più risorse. E invece, con FugakuNEXT, vuole creare un modello esportabile, fatto di collaborazione tra pubblico e privato, partnership internazionali, formazione di giovani talenti e scambio continuo con la società civile. Un modello che può fare scuola, e non solo in Asia.

Esempi pratici e storie vere: la rivoluzione silenziosa

Lasciate che vi porti dentro alcuni esempi pratici. Lo scorso anno, nel cuore della regione di Kansai, un team di giovani ricercatori ha simulato, grazie ai supercomputer, il comportamento di una nuova variante virale. I risultati sono arrivati prima che la notizia facesse il giro del mondo: ospedali pronti, scorte ottimizzate, nessuna corsa ai supermercati. Un caso che avrebbe potuto cambiare la storia recente della pandemia, e che – con FugakuNEXT – potrebbe diventare la regola, non l’eccezione.

Oppure pensiamo all’urbanistica: simulare il traffico, il consumo energetico, la qualità dell’aria in tempo reale e proporre soluzioni personalizzate per ogni quartiere, ogni scuola, ogni azienda. Un sogno? No, una questione di volontà politica e visione collettiva. Con FugakuNEXT al centro di queste strategie, non parliamo solo di bit e dati, ma di benessere, prevenzione, felicità. La tecnologia non è mai fine a sé

stessa: serve solo quando diventa motore di cambiamento concreto.

La community: motore del vero cambiamento

Se c’è una cosa che il progetto FugakuNEXT ci insegna, è che la vera rivoluzione non nasce dall’alto, ma dal basso. Dai ricercatori che condividono codice, dati, modelli. Dai cittadini che partecipano alle simulazioni, contribuiscono a migliorare le previsioni, propongono soluzioni locali ai problemi globali. Questo è il senso profondo della community FuturVibe: non essere spettatori, ma protagonisti di una trasformazione che riguarda tutti.

Ho visto con i miei occhi progetti nati tra le mura di università diventare strumenti salvavita nelle mani di medici di famiglia. Algoritmi open source, dati pubblici, reti di volontari che fanno la differenza dove la burocrazia si inceppa e la politica resta indietro. FugakuNEXT potrà accelerare tutto questo, ma solo se sapremo costruire ponti tra mondi diversi: ingegneri e filosofi, programmatori e docenti, studenti e manager. La tecnologia vera è sempre dialogo.

L’impatto globale: AI, società e nuovi equilibri

Parliamo anche di geopolitica. Il Giappone con FugakuNEXT non punta solo a scalzare gli USA dalla vetta dei supercomputer, ma a ridisegnare l’equilibrio mondiale del sapere digitale. Questa “corsa” non è solo tecnica: è una sfida di autonomia, dignità, apertura internazionale. Le tecnologie “made in Japan” saranno la base per una nuova stagione di accordi, scambi, forse anche alleanze imprevedibili tra Est e Ovest. Il tutto in un momento storico in cui la fiducia tra nazioni traballa, e la sovranità tecnologica è sinonimo di futuro.

In questo quadro, la parola chiave non può che essere collaborazione. Chiuderci nei confini, erigere muri digitali, non ha mai portato lontano. Il Giappone lo sa, e lo dimostra integrando saperi, culture, e perfino modelli di governance partecipata all’interno del progetto FugakuNEXT. Non è solo questione di hardware: qui si ridisegna il tessuto sociale stesso, e la vera sfida è non lasciare indietro nessuno.

Scenari futuri: previsioni e sogni (più veri di quanto sembri)

Volete sapere dove ci porterà tutto questo? Ecco la parte che amo di più: immaginare gli scenari futuri. Se la potenza di FugakuNEXT entrerà davvero nelle strategie di AI for Science, potremmo vedere risultati clamorosi già entro il prossimo decennio. Modelli predittivi che anticipano i disastri climatici con giorni, settimane di anticipo. Terapie personalizzate per malattie rare, calcolate in tempo reale sulla base del DNA di ciascuno. Città “vitali”, capaci di reagire a crisi improvvise, blackout, epidemie, senza crollare nel caos.

E poi – lasciatemi sognare – una generazione di giovani che non ha paura del digitale, ma lo usa con intelligenza, senso critico, creatività. Una società che non si limita a subire il cambiamento, ma lo guida. Qui entra in gioco l’essenza di FuturVibe: chi si associa, chi partecipa, chi condivide, diventa parte attiva di questa rivoluzione gentile. Non servono supereroi, basta una community motivata.

Viaggio mentale: la gioia del futuro costruito insieme

Ora vi chiedo un esercizio: chiudete gli occhi e immaginate una giornata qualunque, tra dieci anni. Svegliarvi con una notifica: oggi non ci saranno code, il vostro tragitto è ottimizzato in tempo

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reale dal modello predittivo nazionale. Il medico di famiglia vi contatta: i vostri dati, incrociati in forma anonima con milioni di altri, suggeriscono un cambio di dieta, una nuova attività fisica, una terapia personalizzata. La scuola di vostro figlio propone un’esperienza immersiva nelle città smart, simulate dal vivo da FugakuNEXT. Tutto questo non è fantascienza: è il futuro che stiamo costruendo ora, insieme.

E, credetemi, in questo viaggio non ci sono spettatori: ogni gesto, ogni idea, ogni critica è un mattoncino. L’associazione FuturVibe nasce proprio per questo: dare voce, strumenti, opportunità concrete

a chi vuole cambiare le cose davvero. Più siamo, più forza avremo per incidere sulle scelte che contano. E la storia lo dimostra: la massa critica di una community può ribaltare le sorti di una società intera.

“Gasamento” finale: perché associarsi è la vera svolta

Ora arriva il momento più importante: la chiamata all’azione. Non è mai un semplice invito, è un passaggio di testimone. FugakuNEXT ci ricorda che il futuro non si scrive da solo. Se sei qui, se hai letto fin qui, vuol dire che anche tu senti che qualcosa deve cambiare. L’associazione FuturVibe è il luogo dove queste idee prendono corpo: con diecimila soci, possiamo finanziare progetti, premiare innovatori, influenzare scelte politiche, portare il futuro nelle scuole e nelle case. Non aspettare che siano gli altri a fare la differenza: il prossimo passo può essere tuo, ora.

Clicca qui sotto, entra a far parte di questa rivoluzione, condividi questo articolo, raccontalo a un amico, proponi un tema che vorresti vedere trattato. Insieme, ogni piccolo gesto moltiplica l’energia del cambiamento. E non è solo una speranza: è una certezza che ho maturato dopo trentacinque anni di previsioni. Più siamo, più il futuro ci somiglierà.

Scopri subito come associarti a FuturVibe e diventa protagonista del futuro che vogliamo costruire. Il prossimo capitolo dipende anche da te.

Fonti e approfondimenti

  • Fujitsu – Comunicati stampa ufficiali su FugakuNEXT: roadmap, architettura, visione AI for Science.
  • RIKEN Center for Computational Science – Dossier sul supercalcolo, casi studio su AI e medicina.
  • El País (Cincodias) – Analisi sulle strategie di sovranità digitale e leadership giapponese.
  • WCCFTech, ScienceAlert, The Register – Approfondimenti tecnologici e comparazioni internazionali.
  • Nature, rivista scientifica peer-reviewed – Scenari di simulazione avanzata e nuovi modelli predittivi.

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